"Hortus simplicium" gli antichi orti dei monaci medievali

Il termine Hortus simplicium, (giardino dei semplici) descriveva il luogo all'interno dei monasteri, dove venivano coltivate piante ed erbe curative. Furono infatti i monaci a svolgere un’intensa attività di ricerca in campo farmaceutico riguardo la produzione di medicamenti efficaci per la cura di vari disturbi, oltre a catalogare le diverse erbe coltivate che venivano utilizzate per le cure mediche. In questi hortuli si coltivavano salvia, aneto, timo, rosmarino, lavanda, piante che si riteneva fossero efficaci nel combattere e prevenire le epidemie come la peste bubbonica che veniva curata con i più strani intrugli di erbe, minerali e parti di animali (il più noto era l’olio di scorpioni). Per prevenire le pestilenze, i medici raccomandavano alle donne di cospargere i pavimenti di casa con piante aromatiche, acqua e aceto mischiati con i petali delle rose selvatiche. Nelle case asperse di acqua profumata vi si dovevano bruciare rosmarino e bacche di ginepro. Le persone a contatto con gli appestati avevano l’obbligo di disinfettarsi la bocca e le mani con vino aromatizzato con pepe, cannella, zenzero e chiodi di garofano.

Per prevenire il contagio, i medici, i viaggiatori o i nobili del tempo portavano con sé un globo traforato chiamato pomander contenente erbe e spezie profumate che aveva il compito di proteggere dalle malattie contagiose e che si doveva tenere sempre a portata di mano. La forma di globo simboleggiava la vita eterna, la potenza e la forza. Si riteneva inoltre che i pomander favorissero la digestione, combattessero le malattie degli organi femminili e l’impotenza maschile.

Tratto da Essenze Divine, i segreti dell'Aromaterapia di Francesca Zucchelli


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Francesca Zucchelli naturopata a Prato